il dolcetto
Qualcuno ritiene che il Dolcetto abbia avuto origine sulle colline del Monferrato. Proprio qui troviamo la prima citazione in una commedia astigiana dove una fantesca, tra le altre cose, chiede in cambio delle sue prestazioni un "dossèt" di Mongardino. Altri sono dell'opinione che il suo terreno di nascita sia stato la Liguria e che si sia fatto strada in Piemonte durante i numerosi scambi commerciali interregionali che hanno avuto luogo nel Medioevo.
Al di là delle sue origini, la zona di produzione di questa varietà è tuttora limitata al Piemonte e alle regioni confinanti della Liguria e della Valle d'Aosta. Il nome "Dolcetto", può portare confusione: infatti il vino non è dolce. Dolci sono invece gli acini che un tempo servivano addirittura per la cura dell'uva. Il Dolcetto coltivato in montagna e in alta collina tende a produrre vini eleganti e delicatamente profumati, mentre il Dolcetto della pianura tende ad essere più robusto e ad avere una gradazione leggermente più alta. In genere i Dolcetto sono vini freschi, fruttati e fatti per essere bevuti tra i due e i quattro anni dalla vendemmia. Alcuni produttori, tuttavia, scelgono di fare vini più concentrati e adatti all'invecchiamento.
Nel colore c'è una prevalenza di fucsia su un profondo rubino. Il Dolcetto si distingue per il corpo morbido e i suoi eleganti profumi, che possono includere fragranze di bacche mature, more e, a seconda delle zone, anche richiami di fiori e di cioccolato.Abbinamento con il ciboSi abbina con paste e risotto con sughi di carne, fegatini e funghi ma anche con carni e verdure in umido e creme di formaggi. Nelle versioni più complesse, tipo quelle dell'Ovadese, si abbina con pollame nobile e con la selvaggina di pelo in salmì.
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