lunedì 26 ottobre 2009

vini&co.

il coda di volpe

Il Coda di Volpe è un vitigno in forte espansione sebbene solo fino a qualche anno fà fosse considerato un vitigno minore. Il suo nome deriva dal latino "Cauda Vulpium", per la sua forma caratteristica che ricorda appunto la coda della volpe. La sua storia è particolarmente affascinante se si considerano oltre all’antichità che ne contraddistingue le origini anche i numerosi casi di sinonimia e omonimia segnalati da numerosi studiosi.Il primo a citare il Coda di Volpe è, in Naturalis Historia, Plinio il Vecchio che, trattando dei vitigni adatti ad essere allevati a pergola scrive: “minus tamen, caudas vulpium imitata, alopecia”. Fu il Porta nel 1584 a sostenere che con il nome di Coda di Volpe si coltiva un vitigno identificabile con le uve alopecia sebbene tale ipotesi non fosse suffragata da elementi certi.Altro caso di studio per gli ampelografi campani è stata la sinonimia tra il Coda di Volpe e il Pallagrello. A riguardo è il Froio a produrre la maggior quantità di notizie. Egli descrive prima nel 1875 e poi nel 1878 la Coda di Volpe utilizzando anche i sinonimi di Pallagrella bianca e Durante. Più tardi tratterà dei vitigni coltivati in Campania dando notizia di una Coda di Volpe diffusa a Torre del Greco e del Pallagrello presente nel casertano ritenendo quindi diverse le due varietà.Ad oggi, l’esame comparativo dei due vitigni unito agli studi di caratterizzazione ampelografica e molecolare non hanno ancora chiarito il caso. È stato comunque accertato che il Coda di Volpe non ha tra i suoi sinonimi il Coda di Pecora denominazione con la quale è conosciuto nel casertano una varietà diversa.Dalle uve Coda di Volpe si possono ottenere vini pregiati; Mincione a tal proposito scrive: “ (…) si ricava un vino di buona produzione alcolica, dal colore brillante, giallo dorato. Il vino estrinseca , altresì, un odore vinoso con leggero aroma gradevole. Nel primo anno di vita del prodotto si rivela leggermente dolce; ma, invecchiato, assume un sapore asciutto e non molto ricco di corpo”. Agronomicamente il Coda di Volpe è un vitigno poco vigoroso con produzioni non eccessive e maturazione mediamente precoce, nella seconda quindicina di settembre. A maturazione raggiunge elevati livelli in zuccheri e un medio tenore in acidi. Il Coda di Volpe è raccomandato per tutte le province campane ad esclusione del Salernitano, dov’è autorizzata. È alla base del vino monovarietale della DOC Sannio e partecipa alla base ampelografica del Solopaca Bianco.

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