primitivo di manduria
Di origine incerta, la sua introduzione in Puglia è forse riconducibile alla colonizzazione fenicia o alla successiva ondata ellenica. E certo che alla fine del Settecento, la selezione del vitigno fatta dal Primicerio Don Francesco Filippo Indellicati, di Gioia del Colle, nell'ambito dei vecchi vigneti coltivati localmente (Musei G., 1913) portò all'utilizzazione e diffusione del vitigno Primitivo. È opportuno sottolineare che tale selezione fu comunque condotta nell'ambito dei 'vecchi vigneti' coltivati localmente; pertanto, qualunque fosse l'origine, il vitigno esisteva in zona da diverso tempo, essendo appunto presente in tali vigneti alla fine del Settecento.
La produzione è di elevata qualità, ma quantitativamente incostante. Questa varietà predilige terreni di medio impasto, argilloso-calcarei, profondi. Assicura i migliori risultati enologici con forme di allevamento a media e bassa espansione, con potatura ricca e corta (come nel caso dell'alberello pugliese a 4-5 speroni). Presenta femminelle fertili, che danno una seconda produzione più tardiva, pari al 20%-30% di quella principale. Mediamente resistente alla peronospora ed all'oidio, è poco resistente ai marciumi e alle brinate primaverili. È sensibile alla siccità ed alle alte temperature estive, che possono provocare avvizzimento e scottatura degli acini.
Alla vista è rosso, intenso, con sfumature violacee in gioventù che tendono ad attenuarsi con l’età, volgendo al granato,all’olfatto risulta ampio con una ricchezza di sensazioni complesse di frutti a bacca rossa,al gusto è secco, asciutto, caldo, sapido, di gran corpo e potenza, ma al contempo morbido e mai invadente con i suoi tannini nobili.
si abbina ad arrosti di carni rosse, grigliate di carni, pastasciutte al ragù, zuppe corpose e selvaggina, formaggi stagionati. Si beve in un tulipano panciuto alla temperatura di 18/22°.
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