lunedì 26 ottobre 2009

vini&co.

il fiano

Il Fiano è un vitigno in forte espansione ed è attualmente coltivato soprattutto nella provincia di Avellino. Una grande querelle che ha affascinato da sempre gli ampelografi è l’origine del suo nome. Fiano deriverebbe dalla corruzione di Apianis che a sua volta deriva da apis, ape. Plinio a tal proposito scrive: “le api diedero il nome alle viti Apiane, avide specialmente di esse” e Columella sostiene: “sono preda delle api, per questo prendono tale nome. E sono celeberrime per il gradito gusto”. Murolo però nel 1984 formula dubbi a tal proposito ipotizzando che il Fiano sia stato portato in Campania dai coloni pelagici provenienti appunto dall’Apia.Nel 2001 Reppucci suggerisce che il Fiano tragga il suo nome dai Liguri Apuani che, ribellatisi a Roma, nel 180 a.C. si trasferirono nell’ager taurasius, a nord di Benevento.Diversi sono i sinonimi del Fiano: Fiore Mendillo, Fiana o Forano, Santa Sofia, Latino bianco, Minatola ma molti di loro sono inesatti e per alcuni si è giunti anche ad accertare la tipizzazione di vitigni diversi.Già nel 1876 Froio indica nell’utilizzo di Greco e di Fiano “il miglior modo per avere un vino dilicato e ricco di aroma non comune, anzi se di queste uve io tengo ben conto è per l’aroma che comunicano al vino”.Ma a rendere il senso delle doti di un vino da uve Fiano è forse Pillon negli anni ottanta che scrive:” (…) odore elegante, sottile, continuo. Sapore secco, superbo, appena prodotto ha profumo di pera che si completa ampliandosi sino al gusto di nocciola e poi, con la maturazione, ha sapore di nocciola tostata; ha straordinaria grazia ed eleganza, stoffa carezzevole, singolare personalita”. Nel 2002 Moio lo descrive così: “i principali descrittori del vino fiano sono risultati i seguenti: mela, banana, tiglio, rosa, menta, nocciola, mandorla, miele” e con l’invecchiamento “(…) citazioni di finocchietto, menta, ginestra, pera, nocciola, mandorla, acacia, miele”.Un’altra caratteristica non secondaria del Fiano è la possibilità di essere destinato all’invecchiamento, cosa che non è concessa a tutti i bianchi.Il Fiano è un vitigno molto vigoroso che, innestato su portainnesti dallo sviluppo contenuto, riesce ad adattarsi a forme di allevamento contenute. Non ha produzioni eccessive e, nonostante si raccolga tra la fine di settembre e la prima quindicina di ottobre, presenta una discreta resistenza alla Botrite grazie soprattutto allo spessore dell’acino. A maturazione raggiunge elevati livelli in acidi e zuccheri. Il Fiano è raccomandato per tutte le province campane ed è alla base del vino monovarietale della DOC Sannio.

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