negroamaro
Vitigno a bacca nera di origini incerte, forse introdotto dai greci nella zona Ionica. Il suo nome deriva dal termine dialettale "niuru maru", per il caratteristico colore nero dell'acino e il sapore ticamente amarognolo del vino che se ne ricava. E' molto diffuso in Puglia, in particolare nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto. E' anche detto negroamaro, ma ha molti altri sinonimi fra cui nicra amaro, abruzzese, uva cane, arbese, albese, nero leccese, jonico, mangiaverde.
Ha foglia grande, pentagonale, quinquelobata o trilobata; grappolo medio, di forma tronco-conica, corto e serrato, raramente con un'ala; acino medio-grande, obovoide, con buccia pruinosa, spessa e consistente, di colore nero-violaceo. Ha produzione abbondante e costante, predilige terreni calcareo-argillosi, ma si adatta bene anche ad altri tipi di terreni e a climi caldi e aridi. Viene allevato prevalentemente ad alberello e a tendone, con potatura lunga o corta.
Il vino è caratterizzato dal colore rosso-granato intenso, sapore rotondo, amarognolo e asciutto. Vinificato con la Malvasia Nera produce un ottimo vino rosato. II vitigno è presente in Puglia in maniera rilevante, con particolare diffusione nel salentino, ed è iscritto fra le varietà idonee alla coltivazione in tutte le province della regione. È la varietà più coltivata nelle province di Lecce e Brindisi e partecipa, in forma prevalente, alla produzione della maggior parte dei vini rossi e rosati DOC di queste due province. In Puglia viene utilizzato per la produzione di alcuni VQPRD.
Con lo stesso uvaggio si producono due tipologie, il rosso e il rosato Salice salentino DOC, dove esprime le sue doti migliori. Si presenta con un colore rosa chiaretto, l’olfatto è fine, fruttato, floreale e leggermente speziato, con sentori di lamponi, melograno, rosa e una sfumatura finale di cannella. Al gusto è secco, caldo, abbastanza morbido, abbastanza sapido con una buona struttura e un finale leggermente amarognolo.
Ottimo l’abbinamento di questo vino con formaggi come il cacioricotta e pecorino a pasta semidura, con i primi piatti come la zuppa di pesce, pepata di cozze, ciciri e tria e carni bianche. La versione Rosso Riserva, l’altra tipologia, con più di due anni di affinamento è l’ideale con agnello alla brace. Nei prossimi giorni pubblichiamo qualcuna di queste ricette, seguiteci.
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